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Dal limite alla Funzione

 L’esplorazione dei limiti, mediante l’utilizzo del Mito

Nel mito di Proserpina: Proserpina viene rapita da Plutone, il Dio degli inferi, che un giorno, stanco delle tenebre, decide di affiorare alla luce e vedere un po’ di questo mondo. Plutone, quando vede Proserpina, così bella, viene abbagliato dalla sua bellezza e subito si precipita verso di lei, l’artiglia e la rapisce. Sua madre, la dea Cerere, dopo 9 giorni e 9 notti insonni di dolore, si rivolge a Giove, per implorarlo di riavere la figlia. Alle indecisioni di Giove, Cerere risponde con gravi siccità e carestie sulla Sicilia. Alla fine, Giove, invia Mercurio da Plutone, che deve obbedire e restituire Proserpina. Prima di farla partire, fa mangiare a Proserpina dei chicchi di Melograno.

La discesa di Proserpina negli inferi rappresenta il cammino della Coscienza che scende in profondità, ad esplorare e conoscere gli aspetti più bui della personalità, attraverso prove ed errori, e progressive intuizioni, per poi risalire a nuova vita.

Il Melograno è simbolo di Risurrezione, ed è per questo che Plutone fa mangiare a Proserpina dei chicchi di melograno, una volta risalita in superficie, alla luce.

Plutone è il portatore di gravi turbamenti, viene considerato dal punto di vista simbolico come colui il quale è capace di portare a galla tutto ciò che non è stato ancora trasformato dalla Coscienza: distrugge gli ostacoli che impediscono la sintesi, passando di crisi in crisi. Le prove della siccità e delle carestie fanno parte del cammino dell’ascesa della Coscienza.

Mercurio simboleggia la mente superiore, è il messaggero tra gli Dei (la Dimensione Spirituale) e gli uomini (la Dimensione Mentale) e quando compare, Plutone può solo ubbidirgli.

Giove, re dell’Olimpo e Dio del Cielo e del Tuono, rappresenta le energie dell’Amore inclusivo e compare sempre a risolvere le situazioni, dopo che il dramma è stato consumato: è la celebrazione dell’Amore, che trionfa, dopo la battaglia e il dolore (Sepe, Onorati, Rubino, Folino, 2012).

Questo mito evidenzia l’importanza di esplorare le parti più basse della personalità portandole alla luce ed elevandole.

Processo di accettazione del limite

Un elemento importante per utilizzare in termini evolutivi il proprio limite è attuare un vero e proprio processo di accettazione.

Infatti, riprendendo anche il significato letterale di accettazione come “accetta” (ossia una mola che è in grado di trasformare un cristallo di carbonio in un diamante), “quando si riesce realmente a sviluppare la capacità di accettazione, gli eventi della vita, e gli scambi con gli altri, saranno come delle piccole “accettate”, che renderanno la nostra personalità forte come un diamante ed in grado di esprimere la Luce dell’Anima”.

Al contrario, la mancanza di accettazione è alla base della sofferenza dell’uomo, poiché crea un diaframma, più o meno marcato, tra il corpo emotivo e quello mentale, generando una personalità fragile e destinata a crisi dolorose.

Infatti, la mancanza di accettazione conduce a tre effetti:

1) Una sofferenza interna: le prove della vita tendono ad essere più dure e ripetute

2) Una sofferenza esterna

3) La riproposizione delle stesse esperienze (in questa, o in altre vite), per apprendere le lezioni che non sono state apprese.

Le premesse importanti, per sviluppare pienamente l’Accettazione sono:

1) l’Identificazione con l’Anima

2) il Distacco.

In particolare, l’Identificazione con l’Anima è un lungo processo, che si sviluppa lungo il corso di diverse incarnazioni, e presenta 3 fasi:

  1. A) Graduale indebolimento dell’identificazione con la personalità, in particolare con il piano emotivo
  2. B) Utilizzo della strategia del “come se” ed acquisizione di una consapevolezza costante: si comincia a vivere nel mondo materiale, sapendo di appartenere al mondo dell’Anima
  3. C) Creazione di nuove abitudini, sempre più consapevoli, fino alla conquista di una identificazione stabile con l’Anima.

Il Distacco permette di tenere costantemente a bada il corpo emotivo, gestendo ogni situazione sempre più con il piano mentale: si perde interesse per le questioni ritenute di poco conto, sul piano spirituale, si comprende, attraverso l’esperienza, il significato della Divina Indifferenza, si comincia ad amare con distacco, vedendo gli altri come Anime.

L’espressione della Funzione

Ciascun essere umano ha uno Scopo all’interno dell’Universo di cui fa parte, che ha uno Scopo evolutivo a sua volta, in ogni sua parte. Ciò implica l’impegno educativo, cioè evolutivo, a cui è chiamata ogni più piccola unità a rintracciare il suo collegamento e la sua Funzione nel sistema di rapporti di cui fa parte, a partire dalla propria famiglia. Interrogandosi, così, per comprendere quali siano lo scopo e il motivo sottili per cui ciascuno di noi è stato chiamato a fare parte di una certa famiglia, con date caratteristiche, qualità, limiti, ricchezze, peculiarità, difetti, per imparare quale tipo di apprendimenti e sviluppare quale tipo di responsabilità. Per comprendere cosa lasciare andare definitivamente perché non serve più e a quali qualità, completamente nuove, aprire le braccia. Quali virtù mettere a disposizione della comunità, e quali difetti seppellire definitivamente. Così facendo, possiamo disporci creativamente nei confronti degli altri esprimendo la nostra Funzione nei loro confronti, adoperandoci perché l’Armonia diventi un Bene comune.

La nostra Funzione Evolutiva riguarda i passi di crescita che, come Coscienza, dobbiamo realizzare in questa incarnazione. Al tempo stesso, questa Funzione è connessa alla possibilità di sostenere l’evoluzione delle Coscienze, che sono in rapporto con noi.

La premessa fondamentale per riuscire ad affrontare i frutti del nostro karma passato, è l’accettazione del dolore che questo comporta. In altri termini, quando ci accade qualcosa di doloroso, è utile sospendere gli automatismi della personalità, che tendono alla rabbia e alla vendetta, per prenderci una piccola “pausa meditativa”, dove ricordare che siamo una Coscienza evolvente e cercare di cogliere il senso sottile dell’evento, con la nostra Mente intuitiva, per accettarlo fino in fondo nel nostro Cuore.

Questo avviene in particolare, portando il nostro esempio agli altri, in modo autentico: visto che la mente ricerca modelli coerenti e respinge modelli incoerenti, l’esempio coerente è la strategia suprema di Insegnamento.

Perché un Insegnamento possa ritenersi utile, deve consentire una traduzione pratica nella vita quotidiana e deve avere come obiettivo quello di guidare alla costruzione di una nuova Società, che tenga conto dei Valori e della Coscienza.

Gli effetti dell’Insegnamento sono i seguenti:

  1. Modellare la vita d’ogni giorno sulla base della verità impartita: la personalità può ritenere lo studio interessante, trovarlo piacevole per la novità, o perché riceve alcune istruzioni, un po’ prima del resto dell’Umanità, ma se gli insegnamenti non producono reazioni più profonde, non debbono essere utilizzati, perché la responsabilità che comportano è troppo grande. Al contrario, se si tenta, anche in misura minima, di applicare alla vita la verità che viene vista, allora l’insegnamento è adatto a Sé.
  2. Edificare una struttura di pensiero che comprenda il nuovo Insegnamento, collaborando alla costruzione della forma-pensiero dell’Insegnamento della Nuova Era, attraverso il pensiero; applicando ogni verità compresa alla vita personale, ad ogni costo; sacrificandosi e servendo i propri simili, e diffondendo costantemente la conoscenza che si possiede.
  3. Consentire una maggiore capacità di Servire nella società, in modo che le nuove forme pensiero possano essere sviluppate ed applicate
  4. Distribuire l’insegnamento per lungo tempo.