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I processi di Individuazione ed Appartenenza nella crescita dell’individuo

 

Premessa

La parola “Identità” deriva dal latino idem, ovvero “stesso, medesimo”, ma è anche vicina alla parola “Identificare” che proviene sempre dal latino idem fieri, ovvero “divenire il medesimo, divenire una cosa sola”.

Ciò ci indica come la vera Identità preveda la possibilità di essere ad immagine e somiglianza dell’Assoluto, con il quale ci Identifichiamo, attraverso un lungo processo di Conoscenza e Visione.

L’Identità per la personalità è un processo opposto a quello dell’Identità per la Coscienza.

Per la personalità, l’aspetto formale di noi stessi, il processo di Identità equivale ad un’identificazione automatica con il corpo fisico e con le emozioni, entrambi orientati dalle mode del momento.

Per la Coscienza, l’Essenza che ci costituisce, il processo di Identità si realizza, invece, attraverso una tripla conquista:

  1. La scoperta dei talenti, da utilizzare per l’individuazione della propria Funzione
  2. La ricerca di rapporti evolutivi, attraverso i quali imparare a ripudiare le identificazioni e gli attaccamenti della personalità
  3. L’Identificazione progressiva e consapevole con la dimensione dell’Amore Universale

Il processo di individuazione

In psicologia, l’individuazione è, in generale, il processo di formazione e di caratterizzazione dei singoli individui, e, in particolare, lo sviluppo dell’individuo psicologico come essere distinto dalla generalità, dalla psicologia collettiva. L’individuazione è, quindi, un processo di differenziazione che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale. La necessità dell’individuazione è una necessità naturale: impedire l’individuazione significa pregiudicare l’attività vitale dell’individuo. Per il fatto stesso che l’individuo non è soltanto un essere singolo, ma presuppone anche dei rapporti collettivi per poter esistere, il processo di individuazione non porta all’isolamento, bensì a una coesione collettiva più intensa e più generale.

Il concetto di individuazione viene introdotto per la prima volta, nell’ambito della psicoanalisi, da Jung negli anni ‘20, ed indica quel processo psichico unico e irripetibile di ogni individuo, che consiste nell’avvicinamento dell’Io con il . L’avvicinamento avviene tramite l’attribuzione di significato ai simboli (sia del mondo interno che di quello esterno) e la loro interpretazione che l’individuo incontra durante la sua vita. Questo percorso designa, quindi, una sorta di “viaggio spirituale” verso una maggiore consapevolezza di sé: in questo senso, la sincronicità (il processo che permette di descrivere una connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto, ma un’evidente comunanza di significato) aiuta l’individuo a vedere simboli, non solo al suo interno, ma anche nel mondo che lo circonda.

Jung descrive le diverse tappe di tale processo.

La prima tappa è caratterizzata dall’archetipo dell’Ombra, ossia tutti quegli aspetti che l’individuo non conosce di se stesso. L’Ombra rappresenta tutto ciò che è stato rimosso per l’educazione e le influenze dell’ambiente sottoposte all’individuo. Questi elementi sono rappresentati nei sogni e nei simboli generalmente con figure demoniache, discariche, viaggi nell’oscurità, mostri e inseguimenti.

La seconda tappa è caratterizzata dall’incontro con l’archetipo dell’Anima per il maschio e l’Animus per la donna. L’Anima rappresenta tutti quegli aspetti prettamente psichici e mentali, ossia il primo contatto iniziatico dell’individuo con la propria psicologia. di tutti gli altri Viene rappresentata come una donna, una figura femminile. L’Animus rappresenta tutti quegli aspetti prettamente maschili, pratici e concreti, razionali, e reali, ossia il contatto con la sfera del diretto e del tangibile, il “ora e qui”. La non comprensione di tale archetipi può costare un blocco, una stasi, una nevrosi. Entrambi hanno potenzialità di creatività e distruzione.

La terza tappa è caratterizzata dall’incontro con il Vecchio Saggio. Tale archetipo racchiude tutte le potenzialità dell’individuo, ossia la sua previsione, la sua capacità di ragionamento e la sua esperienza. Il Vecchio Saggio rappresenta tutto ciò che l’individuo sta per diventare dopo aver attraversato le fasi precedenti, un uomo, un saggio che sa, che ha conosciuto il passato, il presente e il futuro. Il Vecchio Saggio è capace di districarsi dalla tela appiccicosa dell’Anima e dalle battaglie furenti dell’Animus e come tale viene rappresentato come un consigliere, un filosofo, un esperto in materia. La sua non comprensione può tenere saldo l’individuo nella sua situazione bloccandone l’evoluzione che rappresenta.

La quarta tappa è caratterizzata dall’incontro con l’archetipo del Sé. Tale archetipo è la summa del percorso di individuazione, il fine dell’individuo che si dispiega avanti a lui, come un fiore che sboccia. Viene rappresentato come luce, come mandala, come quaterna, come centro e come Dio. Tale archetipo rappresenta l’individuo stesso, tutto ciò che durante la strada ha visto e ha accumulato. Se l’individuo ha incontrato il Sé significa che l’Io è allineato con esso. Non andarci incontro significa semplicemente che il percorso non è ancora terminato. (Jung, 1920)

Il concetto di individuazione viene ripreso anche da Assagioli (1966), che specifica come man mano che un essere umano sviluppa le sue qualità e potenzialità, dal basso verso l’alto si avvicina sempre di più alla coscienza del Sé, attraverso un reciproco scambio di energie, verso l’Unità, superando l’apparente dualità tra personalità e Sé. All’inizio del suo sviluppo, l’essere umano si identifica con le “zone” più basse della sua personalità, creando una dualità, una scissione con il Sé. Quindi, tutto il cammino dell’uomo non è che un graduale superamento dell’apparente separazione e allontanamento dall’Uno, per costruire prima un sé, prima separato  e poi unito al Sé, scintilla dell’Uno.

In un primo tempo, nella cosiddetta fase di purificazione, l’uomo deve procedere nello “sforzo” di elevare la sua coscienza, rompendo i vecchi automatismi  e le vecchie forme: in questa fase, il Sé viene visto come “esterno”, fonte luminosa da raggiungere “sacrificando” la materia. Progressivamente, la coscienza tende ad allinearsi al Sé, e comincia a sviluppare quella capacità di guardare ai diversi aspetti della personalità e della materia con maggiore distacco.  Il Sé si trasforma, in questa nuova visione, in un nucleo attivo, che si protende verso la personalità e la materia, per fondersi con lei: il Sé discende nella materia attraverso successive prese di coscienza.

L’Evoluzione dell’Identità, attraverso l’individuazione e l’appartenenza

Appartenenza e Individuazione sono due processi fondamentali e complementari: il loro rapporto, più o meno equilibrato, è alla base dell’armonia, o delle disarmonie, di ogni essere umano.

Noi necessitiamo di appartenere ad un sistema: la famiglia carnale, la cultura ed i Valori di riferimento, la professione, la Famiglia Spirituale. Allo stesso tempo, abbiamo necessità di individuarci: nel sesso, nel carattere, nel percorso scolastico, nell’autonomia nelle scelte, nel nostro lavoro, nella Funzione di Servizio.

Una buona Appartenenza sostiene una buona Individuazione e viceversa: un bambino che vive una buona simbiosi e ne esce con fluidità, si sentirà sicuro di sé e sereno nel compiere scelte ed appartenere ai diversi sistemi.

Il rapporto tra Appartenenza ed Individuazione deve essere sempre bilanciato:

  1. Una scarsa Appartenenza porta ad insicurezza profonda
  2. Una eccessiva Appartenenza può portare a delle difficoltà a crescere
  3. Una scarsa Individuazione può portare a debolezza e dipendenza
  4. Una eccessiva Individuazione può portare a solitudine ed auto-centratura

Laddove c’è uno squilibrio tra Appartenenza ed Individuazione, è impossibile realizzare una Funzione di Servizio matura, efficace ed affidabile.

In generale, le esperienze dei primi anni di vita di un bambino rappresentano l’equipaggiamento di base per affrontare nel migliore dei modi il suo percorso di vita, esprimendo le seguenti Qualità:

  1. Visione positiva e fiduciosa della Vita
  2. Coerenza tra emozioni e pensieri
  3. Autenticità, intesa come Libertà di dire ciò che si pensa
  4. Trasparenza, intesa come capacità di non nascondere, ma di modulare ed armonizzare per arrivare alla:
  5. Verità, portata con Saggezza e delicatezza.

Conclusioni

L’evoluzione della nostra Identità segue dunque un Percorso: il nostro primo obiettivo è portare a compimento la personalità, giungendo ad una piena consapevolezza del Sé in noi dimorante; poi dobbiamo imparare ad utilizzarla ed infine, a Sacrificarla per il Bene Comune.

Il passaggio dall’Individuazione, all’Identificazione con il Tutto è lungo e faticoso ed è realizzato grazie all’educazione alla vita di Gruppo e all’Appartenenza ad un Gruppo.

L’Appartenenza graduale ad un Gruppo permette di imparare, passo passo, ad identificarsi con un Bene maggiore del proprio e di sperimentare la disidentificazione da sé. Ogni singolo componente deve imparare a lavorare in stretta collaborazione mentale e spirituale con tutti gli altri, subordinando le idee e il progresso personali alle esigenze di gruppo.

In questo modo, ogni singolo Gruppo potrà dare il proprio contributo all’elevazione globale del Genere Umano.