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Psicologia e Spiritualità

Il rapporto tra Psicologia e Spiritualità è sempre stato complesso e di difficile integrazione. William James, pioniere della psicologia, fu il primo a studiare le esperienze mistiche considerandoli eventi psicologici quanto religiosi, esse sono un sano e naturale impulso, fondamento di ogni religione. Freud e le successive scuole di psicoanalisi hanno tradotto queste esperienze come fantasie e i comportamentisti, poi, hanno definitivamente l’attenzione della scienza dal mondo degli stati di coscienza a quello del comportamento.

Nel corso degli anni, nonostante la complessità di comprensione di concetti legati alla Spiritualità, vediamo che alcuni Autori continuano a studiare e a comprendere come poter accostare questi due concetti.

Primo tra tutti è G. Jung che postulò l’esistenza di un Inconscio Collettivo, artefice della fondamentale interconnessione di ogni psiche individuale e popolato da Archetipi, che rappresentano la base di ogni esperienza transpersonale. Di questi ultimi l’essere umano fa esperienza attraverso i sogni, i simboli, le favole, i rituali. Jung arrivò a indicare nell’esperienza spirituale la via maestra per l’uscita dalle nevrosi.

Pier Weil, esplorando le dimensioni dell’esperienza interiore (L’uomo senza frontiere), ha individuato una serie di confini che limitano l’uomo nella sua visione del mondo, definendo così, magistralmente, gli ambiti di intervento della Psicologi Transpersonale.
Essi sono: la coscienza, la memoria, l’evoluzione e la morte. Attualmente le figure più rappresentative del movimento transpersonale sono Stanislav Grof e Ken Wilber. Il primo ha il merito di aver elaborato, non solo, un modello psicodinamico transpersonale, ma anche una mappa dell’esperienza interiore ed una metodologia psicoterapeutica ad approccio transpersonale. Il secondo ha elaborato un modello di sviluppo della coscienza che consente di integrare i vari modelli psicologici: cognitivo, psicodinamico, morale e spirituale.

In Italia ricordiamo Roberto Assagioli e la nascita della Psicosintesi.

 

Assagioli e la Psicosintesi

 

La Psicosintesi considera l’essere umano dotato di un centro di coscienza e di volontà, capace di comporre la molteplicità che lo costituisce in una sintesi più armonica (psicosintesi personale) che a sua volta, applicata sul piano relazionale, favorisce l’integrazione fra gli individui, e fra questi e l’ambiente (psicosintesi interpersonale).
L’evoluzione umana è vista come una continua crescita verso sintesi sempre più ampie, tali da espandersi oltre la coscienza personale ordinaria, fino all’identificazione con il Sé (psicosintesi transpersonale).
Il processo psicosintetico si articola in tre fasi, che rappresentano le tappe di un processo circolare, infinito: “Conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso”.

Conosci te stesso: Rendersi conto della molteplicità interiore, rappresentata da sensazioni, impulsi e desideri, emozioni e sentimenti, pensieri, immagini, intuizioni, dei conflitti che insorgono nel nostro animo quando ci identifichiamo completamente nei diversi ruoli o aspetti della personalità, può anche essere sgradevole, ma è il primo, indispensabile passo per trasformare la sensazione di frammentazione interna in una ricchezza dalla quale può nascere una vera unità.
Possiedi te stesso: Vi è in noi un luogo interiore, un centro, equidistante e non coinvolto rispetto alle molteplici componenti periferiche della personalità, dal quale è possibile osservarci, disidentificandoci da tutti i contenuti transitori e mutevoli della nostra coscienza. Da questo centro di auto-consapevolezza possiamo coordinare tutte le nostre funzioni psichiche e renderci padroni delle nostre azioni.
Trasforma te stesso: Conoscerci e prendere possesso della nostra molteplicità interiore ci rivela potenzialità che erano rimaste nell’ombra, ci mette in grado di trasformarci ed esprimere pienamente i nostri talenti. Sperimentiamo un senso nuovo di interezza e gioia, percepiamo illimitate potenzialità di espansione interiore e di azione esterna. Il contatto con i livelli più elevati della psiche ci permette di avere esperienza, anche se solo per brevi istanti, di quel legame col Sé transpersonale o Superiore di cui l’Io è un riflesso nella nostra personalità.

 

PEAC

 

La Psicologia dell’Evoluzione Armonica della Coscienza, dunque, riconosce in se stessa radici comuni alle psicologie transpersonali, psicosintetiche o spirituali, integrando l’idea centrale di questi approcci, relativa alla visione dell’Uomo come “frammento di divinità”, con la Visione Sistemica dei Rapporti in cui Egli è coinvolto.

La PEAC presuppone, nel suo operato, alcuni concetti fondamentali, che costituiscono le sue basi:

Una Visione Spirituale della realtà, intesa come una prospettiva che collega l’Uomo, le sue relazioni e il suo Ambiente ai Valori Etici e Spirituali di ogni tempo, gli unici capaci di conferire una direzione evolutiva alla vita
L’Universo, il Cosmo entro il quale l’Uomo vive e si muove e di cui è una minuscola, ma fondamentale parte, ha uno Scopo, vive ed evolve in ogni sua parte: questo principio viene considerato fondamentale sia dal punto di vista macrosistemico, che microsistemico: ciò implica che in ogni sistema di rapporti, all’interno di una comunità, di un gruppo di lavoro, di una famiglia, ciascuno è chiamato a rintracciare il suo collegamento e la sua Funzione, in relazione a quello Scopo Evolutivo; il senso della vita dell’Uomo va al di là della sua nascita e morte, ha uno scopo preciso, che comporta precise Responsabilità
L’Uomo, come tutto il mondo che lo circonda e di cui fa parte, non è riducibile al suo piano fisico, alle sue emozioni, ai suoi pensieri, ma possiede una sua “essenza” più intima e preziosa, trascendente o “transpersonale”, che fa parte della sua Realtà e ne è la “Causa” e che chiamiamo Dimensione, o Corpo Causale
Lo sviluppo e la Ricerca Spirituale possono accrescere la responsabilità e il libero arbitrio di un Uomo, ampliandone gli orizzonti e sviluppando in lui un contatto tra la sua Coscienza e la sua Scintilla Spirituale, che produce un senso di pace, di gioia e di benessere, che vanno ben al di là dell’assenza di sintomi psicopatologici.